Comunicati stampa


La Prescrizione di Polietilenglicole (PEG) per la Stipsi Cronica

I risultati dell'indagine condotta da AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri) e da FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) 

La stipsi cronica è uno dei disturbi gastro-intestinali più comuni: colpisce fino al 15% della popolazione generale e ha un impatto significativo sulla vita sociale, emotiva e lavorativa dei pazienti, riducendone la qualità della vita.

Il polietilenglicole (PEG) è raccomandato dalle linee guida internazionali come lassativo di prima linea sicuro ed efficace per il trattamento della stipsi cronica. Solitamente il suo utilizzo viene suggerito quando i consigli dietetici e le modifiche dello stile di vita non sono sufficienti. Tuttavia, le informazioni sulle modalità di prescrizione del PEG nella pratica clinica sono ancora limitate. Inoltre, esistono in commercio diverse formulazioni di PEG, che differiscono per peso molecolare, per formulazione (liquida o in polvere) per palatabilità, per la presenza o meno di elettroliti.

"Le linee guida, al momento disponibili, non indicano nemmeno protocolli terapeutici specifici per il trattamento della stipsi cronica con PEG (es. dosaggio iniziale, durata della terapia, terapia di mantenimento, modalità di sospensione). Pertanto, molti aspetti di questo trattamento restano ancora poco chiari e demandati principalmente all'esperienza individuale del medico - afferma il Prof. Massimo Bellini  Presidente Nazionale AIGO - per questo motivo, due società scientifiche (AIGO e FIMMG) si sono fatte promotrici di uno studio finalizzato ad analizzare i modelli prescrittivi del PEG tra gastroenterologi e medici di medicina generale italiani, per identificare differenze e possibili criticità nella gestione della patologia". 

È stato quindi stato sviluppato un questionario composto da 44 domande che mirano a raccogliere informazioni sulle preferenze del medico a riguardo delle differenti formulazioni e dosaggi del PEG, sulla durata del trattamento, sulla eventuale associazione di PEG con altri trattamenti e sulla percezione da parte del medico della sua sicurezza.

Il questionario è stato distribuito in forma anonima ai membri di AIGO e FIMMG. 

Hanno partecipato al sondaggio un totale di 1188 medici: 317 gastroenterologi (26,7%) e 871 medici di medicina generale (73,3%).  

"I risultati rivelano differenze importanti negli atteggiamenti e negli approcci prescrittivi di PEG in stipsi cronica. Il PEG è stato prescritto come trattamento di prima linea, in associazione a modifiche dietetiche e dello stile di vita, dall'85,4% dei partecipanti alla survey, ma più frequentemente dai gastroenterologi (92,4%) rispetto ai colleghi di medicina generale (82,9%). I gastroenterologi hanno inoltre mostrato un approccio terapeutico più "aggressivo" e flessibile prediligendo dosaggi più elevati di partenza, trattamenti di durata maggiore e senza limiti temporali prefissati. Questo può riflettere una maggiore esperienza nella gestione di casi complessi o refrattari". Puntualizza Christian Lambiase membro della commissione di neuro- gastroenterologia AIGO.

Al contrario, i medici di famiglia tendono ad adottare regimi con dosaggi di partenza inferiori e spesso con tempi ben definiti di trattamento. Interessante è la percentuale relativamente più elevata di medici di famiglia che prediligeva una somministrazione on demand del prodotto. Questi modelli possono riflettere anche i vincoli tipici della medicina generale, caratterizzata da follow-up di breve termine e multimorbidità. Un numero maggiore di medici raccomanda di assumere il PEG lontano da altri farmaci/integratori rispetto ai gastroenterologi, per evitare possibili effetti avversi legati all'interazione tra PEG e altri farmaci.

Lo studio ha inoltre evidenziato differenze nella gestione del paziente. I gastroenterologi sono più inclini a consentire ai pazienti di auto-modulare i regimi di PEG in base ai sintomi e prediligono una sospensione graduale. Questo approccio centrato sul paziente può favorire l'autonomia e l'aderenza a lungo termine, ma dall'altro lato richiede un'attenta educazione del paziente. I medici di medicina generale, invece, tendono a preferire protocolli più rigidi e danno meno autonomia ai pazienti, riducendo in questo modo potenzialmente il rischio di un uso improprio di PEG.

Uno dei risultati più rilevanti riguarda la divergenza nelle preferenze di formulazione del PEG consigliate: sebbene entrambi i gruppi prescrivano prevalentemente PEG senza elettroliti, i medici di medicina generale mostrano una preferenza per queste formulazioni, rispetto ai colleghi gastroenterologi.  Al contrario quest'ultimi sono significativamente più sensibili alla palatabilità delle formulazioni di PEG disponibili e riconoscono in una proporzione maggiore l'impatto di questa caratteristica sull'aderenza dei pazienti. Sebbene entrambe i gruppi preferiscano prescrivere formulazioni in polvere, le formulazioni liquide sono preferite maggiormente dai gastroenterologi. Il diverso peso molecolare del PEG (3350 vs 4000) non sembra essere un fattore determinante in grado di influenzare la preferenza per un tipo di PEG rispetto all'altro.

La maggior parte dei medici che hanno preso parte alla survey considera la terapia con PEG sicura. 

Il 92,3% dei rispondenti alla survey ha dichiarato di non avere mai osservato eventi avversi con il PEG. Tra coloro che li avevano riportati, i più comuni erano dolore addominale (69,2%), squilibri elettrolitici (12,1%) e reazioni allergiche (11,0%). 

Sebbene la combinazione di PEG con altri prodotti sia considerata principalmente in pazienti selezionati, i medici di medicina generale considerano utile più frequentemente la combinazione di PEG con simeticone o lattulosio, mentre i gastroenterologi più spesso considerano utile la sua associazione con procinetici o fibre.

Questi risultati sottolineano da un lato la necessità di approfondire, con trial clinici randomizzati, l'evidenza scientifica su quale siano le formulazioni e i protocolli di trattamento più efficaci per la gestione della stipsi cronica tramite PEG, dall'altro il bisogno di approfondire le conoscenze e di condividere gli approcci per ottimizzare la gestione di questi pazienti nei diversi contesti assistenziali.