Area Editoriale
Si tratta di uno studio multicentrico che ha coinvolto 3 Centri di Trapianto Epatico in Italia condotto dal 2004 al 2010 su 28 soggetti sottoposti a trapianto di fegato da donatore HBsAg+ (27 affetti da cirrosi HBV-correlata con o senza HCC e 1 affetto da cirrosi biliare primitiva). I 27 pazienti trapiantati per cirrosi HBV-correlata nel post-operatorio sono stati sottoposti a infusione di Immunoglobuline anti-epatite B e hanno continuato la terapia antivirale già assunta prima dell'intervento mentre il paziente trapiantato per CBP è stato sottoposto a terapia combinata con lamivudina e Immunoglobuline anti-epatite B. In un follow-up medio di 63.7 mesi non si sono registrati casi di “primary non funcion” o re-trapianto o trombosi tardiva dell'arteria epatica ed è stata registrata un'ottima sopravvivenza a 1, 3, 5 anni dimostrando come, seppur col limite di un piccolo numero di casi, possano essere utilizzati i fegati da donatore HBsAg+ previa un'accurata selezione dell'organo e mantenendo un'adeguata terapia antivirale nel post-operatorio.